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odiare i mascalzoni è nobile. Significa onorare gli onesti
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povera calabria

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MessaggioInviato: Mar Mar 16, 17:20:10    Oggetto: Snif ! odiare i mascalzoni è nobile. Significa onorare gli onesti
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All’Unical l’analisi dei risultati elettorali
Vincono l’astensionismo e il voto personalizzato
COSENZA - Nelle elezioni regionali 2010 l'astensionismo si riconferma il primo partito:
non solo è il protagonista indiscusso, ma in Calabria è cresciuto del 5% rispetto
alle precedenti elezioni. A differenza dell'affermazione delle donne in politica che,
almeno nella nostra regione, è in netta caduta libera. Così come i principali partiti, Pdl e Pd, che hanno visto decisamente contrarre il loro consenso popolare. Perde nettamente Agazio Loiero, stravince Giuseppe Scopelliti e si impone Pippo Callipo. Così come si afferma la personalizzazione del voto. Questi sono alcuni dei dati emersi durante il seminario “Elezioni regionali 2010. Riflessioni sul voto dei calabresi”, svoltosi ieri presso la sala stampa dell'Università della Calabria, e organizzato dall'Osservatorio politico-costituzionale del dipartimento di Sociologia e
scienza politica. Un appuntamento che si rinnova al fine di condurre un’ analisi sui risultati elettorali e sui candidati in Calabria.
Le relazioni sono state svolte da Antonio Costabile, Roberto De Luca e Piero Fantozzi, docenti di sociologia dei fenomeni politici presso la facoltà di Scienze politiche, attraverso il coordinamento del preside della facoltà, Guerino D’Ignazio. Comparando i dati tra le elezioni regionali del 2005 e quelle del 2010 emerge che, molto probabilmente, ad astenersi dal voto sono stati, soprattutto,
gli elettori che in precedenza hanno votato a sinistra. L'astensionismo più alto si è registrato nella provincia di Crotone dove solo il 50,3% si è recato alle urne per votare. A mettere in luce aspetti rilevanti di queste elezioni è la differenza di voto tra i candidati presidenti e i voti di lista . Ci sono delle liste che hanno ottenuto risultati eccellenti, come a Crotone (il caso più eclatante) dove la lista “Scopelliti presidente” diventa la prima lista della provincia. Il voto disgiunto ha messo, invece, in evidenza quanto forte sia stata la personalizzazione del voto. A livello personale, infatti, Pippo Callipo ha ottenuto molti più consensi rispetto alle liste ad esso collegate: 36,1% è stata la differenza tra il candidato e i voti delle liste di coalizione. Che il voto sia stato estremamente personalizzato lo dimostra ancheil voto di preferenza: l'84% degli elettori ha espresso, oltre al voto di lista, un voto di preferenza nei confronti di uno specifico candidato.
Come si presenta il nuovo consiglio regionale? Su 50 consiglieri, 25 vengono riconfermati
e 25 sono nuovi. Si può parlare di rinnovamento? Secondo Fantozzi, no. «C'è un rinnovamento
ma il carattere di questo rinnovamento ci dice che i nuovi consiglieri sono più vecchi, che molti di
questi sono dei riciclati di altri e che non ci sono donne». L'età mediana dei consiglieri è, infatti, salita a 52 anni a dispetto dei 50 anni della precedente legislatura. Inoltre non sono state elette donne, mentre nel 2005 ne erano state nominate 2. Questo perché la preferenza nei confronti del 20,7% di donne candidate si è attestata solo sul 3,4%. Per quanto riguardo il voto d'opinione, questo è esistito ma come voto d'opinione negativo, pesando moltissimo sul voto
e sulla scelta del nuovo Governatore. «Il giudizio - secondo Fantozzi - non è stato fatto sulle politiche, ma sul modello di potere; si è votato contro quest'ultimo».


Ultima modifica di povera calabria il Ven Apr 09, 18:12:37, modificato 3 volte in totale
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MessaggioInviato: Mar Mar 16, 17:20:10    Oggetto: Adv






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povera calabria

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MessaggioInviato: Mer Mar 17, 13:18:56    Oggetto:  la verità a molti brucia...
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Ultima modifica di povera calabria il Sab Mar 27, 22:56:05, modificato 3 volte in totale
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Cheyco

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MessaggioInviato: Mer Mar 24, 17:52:05    Oggetto:  Impresentabili in Calabria: integrazioni candidati IDV
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Candidato Governatore della Calabria

FILIPPO CALLIPO, imprenditore e titolare della “Giacinto Callipo Conserve Alimentari SpA”, che produce e commercializza tonno e altri derivati ittici. Dal 2001 al 2006 è stato presidente della Confindustria calabrese e membro della giunta di Confindustria a Roma. Nonostante l'assidua presenza sulla stampa nelle vesti di moralizzatore e “nemico del racket”, con Callipo alla massima guida dell'associazione degli industriali, le denunce contro gli estorsori sono crollate radicalmente: erano, secondo i dati di Sos Impresa, 776 gli imprenditori calabresi che nel 2002 si ribellavano al pizzo, scesi a 713 nel 2003, 467 nel 2004, 354 nel 2005, 356 nel 2006. Praticamente dimezzati.
Callipo si vanta di essere finito nel mirino delle cosche grazie al suo impegno. Non lo mettiamo in dubbio, ma non possiamo altresì non notare la scarsa solidarietà dimostrata verso altre vittime di intimidazioni 'ndranghetiste. Il 3 ottobre 2004 alla Ecocall di Vazzano (VV), che gestiva il trattamento rifiuti in alcuni comuni del Vibonese e vedeva tra i soci Filippo Callipo, due operai rimasero feriti da scariche di pallettoni sparate contro l'azienda. In particolare l'operaio Domenico Martelli rimase gravemente invalidato all'addome e gli arti. Il 12 dicembre 2006, dopo due anni di mobbing, la Ecocall lo ha licenziato, perché rivendicava l'applicazione del contratto di lavoro e i diritti che gli spettavano... La vertenza è stata impugnata dal sindacato di base Slai Cobas.
*****
Ma arriviamo alla politica. La seconda passione di Callipo, dopo l'imprenditoria. Egli sostiene di non essere un “professionista della politica” e di non aver mai rivendicato esplicitamente la tessera di questo o quel partito. Ma è stato sempre vicino a chi in Calabria ha governato, indipendentemente dallo schieramento politico. E' stato prima sostenitore di Nisticò (centrodestra), poi di Meduri (centrosinistra), quindi di Chiaravalloti (centrodestra) e perfino dell'attuale acerrimo nemico Loiero. L'infatuazione dura poco: litiga con Agazio non sulla mancata attuazione dei programmi o sulle linee strategiche dello sviluppo in Calabria, ma perché quest'ultimo gli nega la poltrona di assessore o sottosegretario all'industria (altro che conflitto d'interessi berlusconiano!!). Quindi torna a destra e si avvicina in particolare ad An, con la quale partecipa a numerose iniziative, meeting e manifestazioni. E' molto legato a Fini, tanto che dopo un colloquio ufficiale con quest'ultimo annuncia pubblicamente la possibilità di essere candidato a governatore col centrodestra. Tanti politici, sia avversari (Wanda Ferro e Giuseppe Scopelliti, nonché i fuoriusciti dipietristi Misiti e Laganà) che esponenti di spicco della stessa Idv, (il deputato Franco Barbato) sostengono che abbia partecipato perfino al congresso fondativo regionale del Pdl. Fatto sta che la candidatura in quota berlusconiana salta e gli si preferisce il sindaco di Reggio Scopelliti e a Callipo non resta che cercare fortuna altrove. La trova, dopo un timido approccio col Pd, con Italia dei Valori e Antonio Di Pietro.
*****
Non finisce qui. Nonostante il passaggio di campo nello schieramento “antiberlusconiano”, non cessano le accuse di inciucismo e “intelligenza col nemico” nei suoi confronti. Loiero e i partiti della sua coalizione gli rinfacciano di “fare il gioco delle destre”, aiutando di fatto Scopelliti. Ritengono, in particolare, troppo deboli gli attacchi lanciati contro quest'ultimo e il governo nazionale, mentre Callipo durante la campagna elettorale punterebbe l'indice solo nei confronti della giunta uscente di centrosinistra. Alle critiche degli avversari si aggiunge anche il nuovo “fuoco amico”, tanto che a parlare di un ipotetico “accordo Callipo-Fini” è anche un candidato reggino della lista di Idv alle regionali, Nuccio Azzarà, sulle pagine del quotidiano “Calabria Ora”. Vedremo dopo le elezioni del 28 e 29 marzo...

*****

Ma torniamo all'attività imprenditoriale di Callipo, meglio noto come il “re del tonno”. E' grazie a questo pesce che la sua famiglia ha fatto fortuna, trasformando una piccola azienda artigianale in una delle prime industrie calabresi, che si sviluppa su 34 mila metri quadri e annovera 200 dipendenti. Tra le tipologie di tonno trattate dalla Callipo vi è lo "Yellowfin" (a pinne gialle) e il "Thunnus Thynnus", il cosiddetto "tonno di tonnara" o "tonno rosso", definito dalla stessa azienda vibonese sul suo sito web "ormai sempre più raro". E infatti è così. Il tonno rosso è in via d'estinzione: sono innumerevoli gli appelli lanciati dal Wwf e la Lav, nonché da diversi paesi (tra cui il Principato di Monaco) per una moratoria della pesca da parte dell'Unione Europea e dell'Onu. Nello specifico, contro l'azienda di Callipo si scaglia l'associazione ambientalista Greenpeace nel corso della campagna “Tonno in trappola”, che la colloca agli ultimi posti di una graduatoria sulla sostenibilità ambientale. Secondo Greenpeace, “Callipo non ha una politica scritta per un approvvigionamento sostenibile dei prodotti ittici né ha adottato specifici criteri in grado di assicurare che la pesca al tonno utilizzato nei propri prodotti non causi impatti negativi sull’ecosistema marino”. Inoltre, “per pescare il tonno Callipo si utilizzino reti a circuizione senza alcuna restrizione all’utilizzo di FAD (sistemi di aggregazione per pesci) , metodo che desta particolare preoccupazione per le catture accessorie di tartarughe, squali e esemplari giovani di tonno, con impatti negativi sia su specie in pericolo che sugli stessi stock di tonno tropicale. Callipo non ha dimostrato di aver adottato alcun criterio di sostenibilità nella scelta degli stock o delle specie di tonno utilizzate”.
Non finiscono qui le accuse dettagliate di Greenpeace, secondo la quale “Callipo non promuove né ha espresso alcun tipo di sostegno per la creazione di Riserve Marine” e “nonostante su alcune scatolette di tonno Callipo si indichi il nome comune della specie, non esiste una politica aziendale che esprima un impegno preciso a fornire al consumatore informazioni sulla specie di tonno, l’origine o il metodo di cattura utilizzato”. Non male per un candidato che ha posto in cima ai suoi programmi la difesa dell'ambiente calabrese, devastato da ecomostri e navi della morte...
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Durissime la accuse contro Callipo lanciate dal filo-berlusconiano “Il Giornale” lo scorso 28 febbraio. L'organo di stampa è di quelli che fanno ribrezzo solo a sentirli nominare, ma i fatti e i personaggi citati meritano di essere verificati. Nell'articolo a firma di Luca Fazzo si cita una denuncia presentata il 15 maggio 2008 da Maria Giuseppina Cordopatri, alla stazione dei carabinieri di piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma. La baronessa Cordopatri è stata testimone nei processi a carico della ’ndrangheta e sottoposta, a partire dal 1998, al programma speciale di protezione per i collaboratori di giustizia. E' anche cugina di Callipo. Secondo quanto scrive “Il Giornale”, la Cordopatri avrebbe detto: “L’imprenditore Callipo Filippo oltre che vittima è favoreggiatore di queste cosche attraverso contatti politici e collegamenti con le cosche del Vibonese (Mancuso di Limbadi) che cerca di coprire ed appoggiare. Mi risulta che l’imprenditore nonché mio cugino Callipo per ben due volte è stato indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e salvato da interventi di magistrati amici con archiviazioni”.
*****
“I collegamenti – si scrive in un virgolettato dell'articolo - tra Filippo Callipo e i Raso Gerace sono tenuti dal cognato dott. Mangialavori, ex assessore della giunta regionale presieduta da Chiaravallotti, all’epoca esponente politico di Alleanza nazionale, oggi referente dell’Mpa di Raffaele Lombardo”. “Il Callipo e il Mangialavori ottennero all’epoca della giunta Chiaravallotti numerosi finanziamenti che poi cessarono quando il centrosinistra vinse alla Regione. Il Callipo finita la manna dei soldi pubblici si improvvisò paladino della legalità contro la mafia, mafia che ha invece costituito la sua linfa vitale per l’attività di presidente di Confindustria Calabria (...) mio cugino Filippo da anni mi confessava gli obbligatori rapporti con i Mancuso di Limbadi, alle cui feste di famiglia partecipava, matrimoni e battesimi, portando loro ricchi doni (...) Filippo Callipo mi ha sempre consigliato di cedere alle pressioni mafiose perché così lui stesso faceva (...). Quando iniziò il processo e la mia ribellione fu resa pubblica mi comunicò che non poteva più frequentarmi mentre prima era in frequentazioni molto cordiale e addirittura mi ospitava presso la sua villa in inverno, dicendomi che Filippo Raso lo aveva minacciato di incendiargli la fabbrica e che non poteva, per mantenere gli affettuosi rapporti con me, rischiare di lasciare sul lastrico cento dipendenti con le relative famiglie (...). Chiedo che vengano riprese tutte le indagini che hanno riguardato i danneggiamenti che ha subito, fino agli spari al portone di casa e alle serrande della ditta Callipo e che siano riesumate le denunzie che ha fatto e come ha coperto i suoi carnefici, così come mi consigliava di fare”. Queste sono le parole che “Il Giornale” e Luca Fazzo ritengono provenire dalla Cordopatri. Va precisato che quest'ultima, come del resto lo stesso Callipo, ha annunciato una querela contro il quotidiano di Feltri, ma nella nota stampa si parla di “opera di disinformazione” e non dichiarazioni e circostanze falsificate ed inventate ad arte.

Lista di IDV – circoscrizione provinciale di Cosenza

MAURIZIO FERAUDO, consigliere regionale uscente di Idv. E’ stato imputato per il reato di truffa ai danni della Regione Calabria e falso ideologico. Al centro del procedimento giudiziario ci sono state delle missioni di viaggio di Feraudo da Acri a Reggio Calabria, secondo i Pm avvenute solo sulla carta provocando guadagni ingiusti. Insieme a Feraudo sono stati processati diversi collaboratori (autisti e responsabili amministrativi di struttura) del consigliere. Andrea Scaglione, ex autista, ha patteggiato per 10 mesi e 800 euro di multa, mentre il collaboratore Alessio Lizzano è stato condannato ad un anno. Archiviata, invece, la posizione di Feraudo, “salvato” dalla dicitura apposta sulle ricevute “visto e accertato l’avvenuto regolare espletamento delle missioni ne propone la liquidazione”.

Lista di IDV – circoscrizione provinciale di Reggio Calabria

GIUSEPPE CARIDI, già candidato a sindaco di Reggio Calabria alle elezioni del 2007 con una lista civica. E' fratello di Santo Emilio Caridi, responsabile del Poliambulatorio di Gallico (Rc), già Direttore sanitario Asl 11, condannato a tre anni in seguito all'inchiesta “Onorata Sanità”, che vede al centro la “clinica degli orrori” di “Villa Anya” (Melito Porto Salvo), di proprietà dell'ex consigliere regionale Mimmo Crea, e annovera tra i coinvolti anche Giuseppe Pansera, genero del boss della 'ndrangheta Giuseppe Morabito “'U Tiradrittu”.

GIUSEPPE GIORDANO, presidente del Consiglio provinciale di Reggio Calabria e candidato capolista di Idv. Dopo una militanza nella Margherita, viene eletto alla Provincia nella lista di Idv, ma dopo poche settimane forma un gruppo autonomo denominato "Enosis". Passa ancora qualche mese e, attraverso la componente dei "Democratici per Letta", aderisce al Partito Democratico. Ma lì vi resta per pochi mesi, salutando e aderendo al Movimento per l'Autonomia (Mpa) di Lombardo, alleato di Berlusconi. Sostiene questa lista alle europee, dove corre assieme ai allla Destra di Storace. Quando nell'Mpa si apre uno scontro tra chi vorrebbe dialogare con la sinistra e chi con la destra, Giordano si schiera con quest'ultima componente, lanciando un appello a sostegno del candidato Pdl Giuseppe Scopelliti. Ma dopo qualche mese ritorna sui suoi passa e viene riaccolto trionfalmente in Idv e candidato nella lista reggina a supporto di Callipo. E' considerato vicino all'ex deputato del Psdi Paolo Romeo, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ed implicato nell'inchiesta sul “Caso Reggio”, portata avanti dalla Procura di Catanzaro su impulso dell'allora Pm Luigi De Magistris, che teorizzava forti legami “tra la ‘ndrangheta e le istituzioni a livello locale o “centrale”, ma anche coi servizi segreti deviati, con l'eversione terroristica e con la cosiddetta massoneria coperta”.
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